04 junio 2008

Tra professione e passione: il mestiere dello speaker radiofonico


«Un bravo speaker deve avere la concezione che non sta parlando ad un amico ma a persone molto diverse da lui. E deve riuscire a raggiungerle» dice Roberto Gentile, – conduttore de “Gli Spostati” su Radio Due Rai insieme a Massimo Cervelli.
«Ci vuole abilità in quello che oggi si definisce “infotainment”. Soprattutto quando ci sono ospiti» continua Cervelli. «Bisogna innanzitutto capire il tipo di ospite: se è una persona nota o se devi farla conoscere tu, se è un comunicatore o se ha difficoltà davanti al microfono».
Altra cosa importante per uno speaker è la spontaneità: «È fondamentale – dice Cervelli – perché la radio, a differenza degli altri mezzi, ti entra in testa come una lama. Ascoltare una persona artificiosa è fastidioso». Specialmente se il programma si conduce in coppia. «Se una coppia nasce a tavolino si capisce subito» dice Massimo Cervelli. Roberto Gentile continua: «Una coppia radiofonica deve nascere da un’amicizia reale. Io e Massimo ci conosciamo da quattordici anni». È questa sintonia che rende la trasmissione più gradevole. Cervelli dice: «È come se fossimo al bar a parlare del più e del meno». Anche perché fingersi esperti è controproducente. Cervelli racconta: «C’è sempre qualcuno, tra chi ti ascolta, che ne sa più di te su un determinato argomento. Ma in fondo un conduttore non è un esperto, dà lo spunto. Spetta all’ascoltatore approfondire gli argomenti. Tu dai solo informazioni». Anche se dare informazioni, secondo Cervelli è tutt’altro che semplice: «Riuscirci senza diventare noiosi è un lavoro da equilibrista». Soprattutto in radio, dove la fidelizzazione del pubblico è più lenta. «Ma anche più duratura – spiega Gentile – mentre in TV si ha un consumo “mordi e fuggi”, un ascoltatore se conquistato non ti abbandona facilmente».
Radio Due, in questi anni, ha avuto un enorme aumento degli ascolti grazie soprattutto al programma “Viva Radio 2” con Fiorello e Marco Baldini. E a chi chiede se questo abbia messo in ombra gli altri speaker di Radio Due, Gentile risponde: «Assolutamente no. Anzi, Fiorello e Baldini sono serviti da traino, grazie a loro la nostra radio è cresciuta in visibilità».
I due conduttori difendono il collega Fiorello anche sulla questione dei personaggi TV che approdano alla radio: «Alcune reti prendono il personaggio famoso solo per darsi una riverniciata – dice Cervelli – a prescindere dalle sue capacità. C’è una differenza abissale tra loro e chi torna in radio perché l’ha già fatta e la sa fare». «Senza dimenticare – continua Gentile – che Fiorello ha il merito di essere tornato in radio all’apice della sua carriera televisiva. Pochi avrebbero fatto come lui».
Perché, in effetti, gli ascolti delle radio italiane negli ultimi anni sono scemati. I giovani, soprattutto, ascoltano poco la radio. Con una serie di domande secche poste da Gentile e Cervelli, si delineano le abitudini e i gusti dei ragazzi partecipanti: si cambia stazione in base al programma che si vuole ascoltare e si vorrebbe una radio con meno chiacchiere inutili ma con più contenuti e soprattutto con musica di qualità.
E loro? Come è l’ideale di radio per i due conduttori de “Gli Spostati”?
Per Cervelli non c’è un programma ideale: «Diventa il tuo programma ideale quando ti accorgi che sta andando tutto bene». Gentile, invece, ha un desiderio ben preciso: «Pagherei dobloni per poter mettere la musica che mi piace, ma dobbiamo fare i conti con le scelte della radio e con tutte quelle regole che trasformano una passione in professione».





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